All’ingresso si incontra anzitutto “Gertrud”, la mascotte del museo, una tigre in rame modellato, saldato e alla fine smaltato cloisonné, lunga 1,5 m e alta 1 m..


A seguire, lungo le scale che portano al primo piano dell’ala nord, si possono ammirare le opere di Mario Marè, esposte su concessione del figlio Guido.
Artista autodidatta indipendente ed eclettico, di origini fiorentine ma operativo a Milano, Marè è stato uno dei massimi smaltatori italiani del secolo scorso.

All’ingresso, nell’Ala Nord, sono esposte opere italiane del 1900, dalla Scuola di Milano fondata dal pittore, incisore e docente Giuseppe Guidi (1881-1931), artista favorito di Gabriele D’Annunzio, e continuata da Luigi Martinotti (1890-1962), Giuseppe Maretto (1908-1984) ed Ettore Paganini (1922-1986)..
Nelle vetrine si possono ammirare le opere della Scuola veneta, il cui esponente più noto è Paolo De Poli, il quale si accostò all’arte della smaltatura dopo aver visto un’opera postuma del Guidi. I tre principali centri della smaltatura veneta sono: Vicenza, nota per la sua antichissima tradizione orafa; Padova, con la Scuola d’Arte “Selvatico”, in cui si sono formati moltissimi artisti; Castelmassa, a Rovigo, rappresentata dal maestro Enzo Ciorba e dal suo allievo Nino Brunelli.
Seguono le due grandi Scuole del Secondo Dopoguerra: quella dell’Istituto Mengaroni di Pesaro e quella della “Comunità Artistica” di Torino, da cui deriva anche l’esperienza dello “Studio Del Campo”, le cui opere hanno suscitato interesse e ammirazione in tutto il mondo.
Madonna con bambino, smalto traslucido moderno su argento, Studio del Campo (1970)

L’esposizione prosegue con altri artisti indipendenti o legati alle scuole minori. In questo settore sono esposte anche le opere di due smaltatori bergamaschi: Attilio Nani e Lanfranco Fenaroli.
Si segnalano, inoltre, gli oggetti di design della Galleria Vigna Nuova di Firenze e diversi smalti degli iscritti del C.K.I. Italia.
La sezione italiana del Museo si conclude con alcuni smalti artistici su acciaio, realizzati da artisti che hanno collaborato con SIVA di Poggibonsi.

Dopo una significativa esposizione di smalti su vetro, la cui tecnica risale a poco dopo l’anno Mille, si prosegue la visita con le opere provenienti dall’Est Europa con Ucraina, Lituania, Ungheria, Bielorussia e dalla Russia. Numerose sono le opere moderne di questa sezione, soprattutto smalti dipinti. Le principali scuole russe sono quella di San Pietroburgo, il cui cuore pulsante è l’Accademia Stieglitz, quella di Mosca, con numerosi artisti di fama internazionale, e quella di Jaroslavl, città dall’antica tradizione orafa.



Particolare attenzione è data alle opere della famiglia Vdovkin, originaria del Caucaso, fra le più prestigiose di tutta la produzione contemporanea.
Una sezione è dedicata alle icone russe della Scuola di Rostov, con la tecnica di miniatura finift in voga in Russia fin dal Settecento, e agli splendidi oggetti in stile Fabergé, realizzati talvolta in cloisonné ma soprattutto con la tecnica detta guilloché, in cui si applica lo smalto colorato traslucido su un metallo prezioso, di solito argento, decorato con motivi geometrici ripetuti incisi a mano dall’artista e talvolta meccanicamente.


Anche la Spagna è stata patria di grandi smaltatori, a partire da fine Ottocento. Lo smalto spagnolo ha raggiunto il suo apice nella Scuole Llotja e Massana a Barcellona, impegnate da decenni in un fruttuoso rapporto di sana concorrenza. Figura più importante della scuola di Barcellona è stato Miquel Soldevila i Valls (1886-1956), discepolo della Scuola Llotja e poi direttore della Scuola Massana.
Fra i massimi esponenti dello smalto contemporaneo catalano, si ricordano in particolare i fratelli Vilasís: Andreu, docente recentemente scomparso, e Francesc, ultimo discepolo del maestro Soldevila. In generale si tratta di smalti dipinti in chiave moderna, fa eccezione Modest Morató che offre particolari esecuzioni innovative.
Seguono opere dei Paesi latini sudamericani, in particolare artisti argentini, cileni e messicani, che si esprimono in variegate tecniche moderne.
Nell’ala sud, separata dall’ala nord attraverso un corridoio, è possibile ammirare i manufatti di altre nazioni come, innanzitutto, la Francia. La città di Limoges è considerata la capitale dello smalto francese e dà il nome a uno stile: Smalto Limoges. Questa scuola antichissima è riuscita a sopravvivere fino ad oggi con numerosi artisti che ripropongono le antiche tecniche medievali e rinascimentali.



Le pareti e le vetrine del Museo ArTchivio ospitano opere realizzate dalla Scuola di Limoges in diverse epoche e tecniche: dagli champlevé di origine medievale agli émail peint in stile cinquecentesco, resi celebri da grandi artisti come Léonard Limousin e Jean Court, fino alle opere di artisti più recenti, tra cui spiccano quelle di Jean Zamora, insignito del titolo di Meilleur Ouvrier de France nel 1976.
Un ruolo particolare è svolto anche dalla grisaille, tecnica caratterizzata dai chiaroscuri, usata talvolta da sola e più spesso in combinazione con l’émail peint e con l’applicazione di smalti traslucidi su foglia d’argento o d’oro (paillon).
Il Museo ospita anche opere di artisti statunitensi, canadesi, tedeschi, belgi e olandesi di autori contemporanei. Non mancano opere in Stile Vienna, considerata come scuola in auge nell’epoca imperiale austroungarica, dominate dallo smalto dipinto con aspetto acquarellato.
Miniatura su smalto bianco stile Vienna.
La sezione dedicata ai Paesi asiatici è molto ampia. In essa sono rappresentati gli stili e le tecniche appartenenti a diverse tradizioni: dall’artigianato del minakari iraniano, nata verso il 1300, alle minuterie cinesi, fino all’artigianato di grande qualità che comprende sculture e vasi cinesi nelle due tecniche del cloisonné pechinese e della pittura a smalto cantonese, oltre agli splendidi lavori dei maestri giapponesi di grande precisione e finiture perfette.
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Cloisonné giapponesi e cinesi, vaso in rosso traslucido e un piatto, elefante con budda, pezzi di alto artigianato artistico.
DONAZIONE GERTRUD
A conclusione della visita è possibile ammirare le opere donate da lei, la “Signora dell’Arte del Fuoco” Gertrud Rittmann-Fischer (1922-2021), fondatrice dell’associazione C.K.I. e intima amica di Attilio Compagnoni,
Si tratta di creazioni proprie, dove spicca il cloisonné moderno a filo grosso, e opere provenienti da tutto il mondo, acquisite nel corso della sua lunghissima carriera come artista e organizzatrice di iniziative umanitarie.
Rappresentativa opera di Gertrud Rittmann.
COME RAGGIUNGERE IL MUSEO
Il Museo ArTchivio è facilmente accessibile con i mezzi pubblici ed è aperto ogni sabato e domenica dalle 16:00 alle 18:30.
Le visite sono guidate. È sempre gradita la prenotazione.
Per informazioni e prenotazioni:
Tel. 035 493 93 37 oppure 335 460 291
E-mail: info@emaylumitalia.it
Bibliografia consigliata
Rossi S., Compagnoni A.M., Il design non perde lo smalto, Fausto Lupetti Editore, 2011
Compagnoni A.M., ArTchivio Museo dello Smalto, 2021